Quattro giorni comprensivi di viaggio di andata e ritorno e una meta agognata da anni ma che poi, per una ragione o per l’altra era sempre sfuggita.

L’Alsazia è in Francia e si colloca a ridosso del confine tedesco e dal Paese confinante ha ereditato questi luoghi.

Partiamo all’alba di un Sabato di metà Giugno. Di primo mattino l’autostrada è già congestionata dai vacanzieri per il primo esodo estivo. Fortunatamente la nostra direzione è opposta a quella moltitudine che hanno come meta l’Italia e le sue coste.

Circa due ore di viaggio e siamo già al confine con la Svizzera. Sosta per lìacquisto della vignetta per circa 40€. Scambio di battute con Holland, un simpatico motard tedesco di rientro in solitaria dalla Costa Azzurra.

In terra elvetica il clima è già cambiato. Dall’afa della pianura, un bel fresco ci accompagna per tutto il viaggio. C’è un bel sole ma in prossimità del tunnel del San Gottardo, la temperatura precipita bruscamente e le montagne attorno sono completamente innevate. Avevo fatto un pensiero anche a lasciare l’autostrada (davvero bella) per salire sul Passo del Gottardo ma, fà freddo quaggiù, figuriamoci in vetta! Il viaggio è ancora lungo e decidiamo di procedere attraverso l’interminabile tunnel di quasi 17 Km. Nel cuore della montagna, il display della moto indica 36°!!!

Il tratto a Nord del tunnel è puro piacere. Tuttavia, in direzione opposta, il traffico è un delirio! Tutti fermi e giù dalle auto per chilometri. Per noi, fortunatamente, nessun problema e dopo qualche sosta negli asettici autogrill svizzeri, dove  un cappuccino costa solo 5€, un bisogno fisiologico costa 1€ e dove una comitiva di turisti giapponesi vuole immortalarsi con la nostra BMW.

Superiamo Lucerna e raggiungiamo Basilea, dove dobbiamo fare attenzione agli innumerevoli svincoli autostradali. Ma eccoci finalmente al confine con la Francia. Superiamo il posto di frontiera, lasciamo l’autostrada e ci dirigiamo verso Nord attraverso la bellissima campagna francese.

Attraversiamo numerosi villaggi e dopo una settantina di chilometri raggiungiamo la nostra meta, Colmar.

Prendiamo posto nel comodissimo Hotel Turenne a ridosso del centro storico. La sistemazione è davvero confortevole ed anche la moto trova spazio nel garage dedicato.

Una mezz’ora per una doccia ristoratrice, riporre le nostre cose e andiamo subito alla scoperta di Colmar. La giornata è bella, calda ma non troppo. Inizia il nostro peregrinare tra le tipiche viuzze con le tipiche case a graticcio e la “Petite Venise”.

Videocamera e reflex lavorano senza sosta a memorizzare su schede di memoria questa meraviglia. Vi sono parecchi turisti in giro, naturalmente francesi, spagnoli, tedeschi ed anche parecchi italiani, oltre alle immancabili comitive di Japan che con i loro smartphone, rigorosamente Iphone, fotografano davvero di tutto, anche i particolari più insignificanti.

Cala la sera, cerchiamo un locale dove cenare. In una via proncipale ci imbattiamo in un ristorante siriano-libanese. Riaffiora in noi la nostalgia di quel viaggio sempre in moto di quell’Estate del 2002 in Medio Oriente. Le pietanze sono prelibate. I tavoli, a margine della viuzza in pieno centro storico è oggetto di gare di accelerazione di alcuni giovinastri a bordo Suv di gran lusso con targa Svizzera a sfiorare pericolosamente i turisti a passeggio!! Della Police nemmeno l’ombra.

Consumata la cena riprendiamo il cammino tra vicoli e piazze. Colmar di sera è ancor più spettacolare con i suoi caratteristici edifici sapientemente illuminati.

Si è fatto tardi e inizia ad affiorare la stanchezza per la giornata davvero impegnativa. Ci ritiriamo in Hotel.

L’indomani ci alziamo di buon ora, il meteo è parecchio incerto ma non dovrebbe piovere. In moto attraversiamo il centro del paese per le foto di rito, colazione e in direzione Nord puntiamo su Strasburgo. Poco prima della comoda autostrada (gratuita) ed in prossimità di una rotonda un’enorme statua della libertà, copia in scala ridotta di quella di New York. Ai suoi piedi, comitive di turisti scattano foto a raffica. Sono perplesso, mi fà strano trovare una statua della libertà in mezzo ad una rotonda… poi ne capiremo la ragione. Frederic Auguste Bertholdi, nativo di Colmar è l’autore del simbolo di New York. Ecco la ragione della presenza della replica della celebre e iconica struttura ai margini del paese.

La giornata è plumbea e fà piuttosto freschino. Per praticità abbiamo preferito lasciare l’abbigliamento motociclistico in hotel, preferendo qualcosa di più comodo per la nostra visita a Strasburgo che raggiungiamo in circa 45 minuti.

Seguiamo le facili indicazioni per il centro storico della città e in prossimità della “Petite France” un parcheggiatore abusivo ci fà strada tra i vicoli in pavè facendoci lasciare la moto in pole position in una zona assolutamente strategica per la nostra visita ai luoghi clou. Attrezzati di tutto punto inizia il “reportage” video fotografico per il nostro sito Internet…

Apparentemente sembra un “già visto”, in realtà questi luoghi sono significativamente differenti da Colmar, dalla quale proveniamo.

Assai numerose le comitive di turisti da tutto il Mondo. Avvistiamo anche qualche collega motociclista che si è spinto fin quassù dall’Italia. Tutto molto bello! Avremmo voluto anche recarci presso il parlamento Europeo, a Nord della città ma il tempo stringe e prima di rientrare in hotel, sulla via del ritorno, abbiamo in programma la visita ad altri due paesi nei pressi di Colmar, Ribeauville e Riquewhir. Due gioielli che ci sorprenderanno non poco. Pranziamo in un chiosco con la tipica Tarte Flambèe, una variante della nostra pizza da arrotolare e mangiare rigorosamente con le mani.

Ancora lunghe camminate per il centro di Strasburgo e riguadagnato il parcheggio, una volta riposte le nostre cose, ripartiamo in direzione Colmar. Lungo la strada bellissimi paesaggi bucolici e immensi vigneti curati in modo maniacale. La zona è celebre per i suoi vini.

Deviamo per il villaggio di Ribeauville. Lasciamo la moto in un parcheggio a ridosso della zona pedonale e ci addentriamo per l’agglomerato. E’ Domenica e i turisti gremiscono la via principale.

Simile a Colmar, simile alla Petite France di Strasburgo ma… è differente. Ancora e più che mai le tipiche case a graticcio ma il tutto è più curato. Anche la vicina Riquewhir appare come un piccolo gioiello. Assieme a Ribeauville, la zona turistica, si sviluppa su un unica strada principale che va a lambire vigneti adagiati su splendide colline che circondano i due borghi.

E’ oramai sera, riprendiamo la nostra BMW e rientriamo verso il nostro hotel a Colmar. E’ stata una giornata davvero tosta ma necessaria dal momento che per l’indomani hanno previsto pioggia battente. Altri luoghi suggestivi come Graufthal erano segnati sul nostro taccuino ma che rimandiamo alla prossima visita in Alsazia.

L’indomani le previsioni meteo, ahimè, vedono abbattersi sulla zona grandi acquazzoni, poco male, lasciamo la moto nel garage dell’hotel e a piedi perlustreremo a fondo la bella città che ci ospita che ci riserverà ancora parecchie sorprese.

Tempo scaduto, questo bel viaggio in Alsazia sta volgendo al termine. L’indomani raduniamo le nostre cose, il meteo minaccia ancora pioggia ma fortunatamente incontreremo solo uno scroscio verso il San Gottardo, poi, con l’avvicinarsi dell’Italia, le temperature e anche l’afa tornano a farsi sentire. Raggiungiamo casa dopo circa otto ore di viaggio, stanchi ma assai gratificati. Una delle mete sognate da anni l’abbiamo fatta nostra. Tuttavia, sono ancora svariati i luoghi che certamente meriteranno un’altra puntata nella splendida terra delle cicogne.