La porta dei Balcani, l’Albania, le difficili strade della Macedonia del Nord e il mar Nero tra Bulgaria e Romania con le sue montagne e il castello di Dracula, il Danubio con il lago d’oro nell’economica Serbia.
A Valona, a sud dell’Albania, secondo porto del paese, con il suo magnifico lungo mare di palme , il traghetto da Bari arriva dopo poche ore di navigazione. Strapieno di italiani e albanesi quest’ultimi tornano per le ferie. A sud della città si apre una costiera lunga 150 chilometri, di bella vista, che finisce a Saranda di fronte all’isola di Corfù e lungo la panoramica via via si affacciano primitive località balneari. Il mare Ionio è fresco e assolutamente incontaminato. Una curiosa base di sommergibili albanesi ancora funzionate attira l’attenzione per la limpidezza delle acque e gli allevamenti di pesce, orate che spesso trovo nei supermercati anche a Roma a metà del prezzo ma al doppio del sapore ! dell’allevato greco. La strada è bella in motocicletta, la bmw Gs Rally avanza sui tornanti sicura nonostante il pieno carico e la passeggera. Gli alberghi sono cari per quello che offrono ma affacciano su spiagge sassose e incontaminate. Il mare, dunque, a sud verso la Grecia vale un soggiorno. A Valona i tre giorni di relax al Regina lussuoso hotel a quattro stelle con piscina e ristorante super sulla terrazza. Cucina italiana e di pesce. Il direttore, come lo staff giovane, perfetto, parla italiano. Durante la prima ondata di emigrazione albanese il direttore, si chiama Ziri, si lanciò in acqua con un suo amico per salire su uno dei primi traghetti verso l’Italia. Arrivò a Milano e alla stazione centrale i due albanesi chiedevano ai passanti che incontravano: “lavoro?” E furono fortunati. Una organizzazione cattolica diede loro vitto alloggio e formazione nell’alberghiero. In vent’anni Ziri è diventato uno dei direttori di albergo più ricercati di Valona. Gli anni italiani di lavoro l’hanno formato. Ziri si lamenta, non trova personale per la stagione nei quattro alberghi che dirige. I giovani pur con offerte più che buone – compreso vitto e alloggio – preferiscono fare altro. In effetti venticinquenni e trentenni con Suv di lusso sfrecciano in maniera esagerata per Valona. Qualche domanda viene in mente.
La strada che corre verso il Nord est, verso la Macedonia, per raggiungere un lago che tutti dovrebbero vedere, il lago di Ocrida, è nella sua parte finale davvero interessante con larghi tornanti che salgono in quota. Ocrida giace appena dopo il confine albanese, a pochi chilometri dalla frontiera. Il lago è diviso con la Grecia . Ma è in Macedonia la parte più sviluppata nel turismo, la cittadina è una perla con alberghi e ristoranti, ottimi prezzi, pulitissimi, acque pulite per farsi il bagno, gite in barca. Vita. Un ottimo posto, turismo internazionale. Le cene sono sempre in compagnia di motociclisti, spesso francesi. Raccontano del Montenegro, valido, stretto e montagnoso. Lo conoscevo già e dunque volgiamo la Gs verso Skopje, la capitale della Macedonia. Le strade sono durissime, montagna, scassate, pezzi di autostrade in costruzione. Le discese sono faticose. I muscoli delle braccia aumentano di volume ora dopo ora. Una palestra motociclistica di prim’ordine. Chi ha fatto la Macedonia in moto lo sa bene, è un bel diploma da appendere sulla bacheca dei nostri viaggi. La Macedonia è aspra, meno gioiosa dell’Albania , caratteri da montanari, si vede, poca confidenza allo straniero. Nella capitale grazie a Booking e una rete internet funzionante, in centro , c’è un albergo proprio di fronte alla casa-museo di Santa Teresa di Calcutta. La sera è animata, turismo, ristoranti pieni, tutto un po’ grossolano, ma almeno qui, con tratti di allegria. Insomma, poco da vedere e perciò il becco del Gs volge ora verso un lungo trasferimento che attraversa la Bulgaria per una sosta nell’algida capitale Sofia, con una bella chiesa in centro, da vedere e un albergo vintage caratteristico e caro. Verso il Mar Nero, il sud della Bulgaria ha quasi un clima mediterraneo. Caldo, e si vedono gli zingari , e abitanti più, molto diciamo , informali. Varna sul Mar Nero è un posto di mare , strano. Affollato. Alberghi di lusso pieni di russi; ma optiamo invece per un albergo a una stella con vista sul mare e ristorante sulla spiaggia. La sosta è obbligata. Lo stomaco fa capricci. Tre giorni di antibiotici e finalmente partiamo verso le località romene del Mar Nero, Eforie Nord in particolare ti abbraccia con il calore dei suoi abitanti, le spiagge belle, attenzione a farsi il bagno, con prudenza il Mar Nero è pericoloso. I prezzi sono buoni, molti dei romeni, e delle ragazze, che lavorano nel settore alberghiero, hanno lavorato in Italia. Nessuna difficoltà, dunque, per i viaggiatori single… La Romania piace o non piace. Personalmente la trovo davvero bella e interessante. Costanza nulla da segnalare, una Rimini familiare, strapiena fino all’ultima stanza per i voucher che il governo dà generosamente per i soggiorni estivi ai suoi cittadini. Stanchi, saltiamo il Delta del Danubio al confine con l’Ucraina e prendiamo l ’autostrada verso Bucarest per salire verso la Transilvania e il castello di Dracula. Evitiamo di un pelo una tromba d’aria che si avvicinava sotto la pioggia all’autostrada, sono stati dieci di minuti di tensione. Sono incurante dell’acqua e delle proteste della mia compagna, non era il caso di fermarsi per indossare le cerate, riusciamo a lasciarci alle spalle il vortice e usciamo per strade secondarie allontanandoci il più possibile. Il sole fa il resto, asciuga, e mette buon umore. Mentre saliamo verso la città di Galati al confine con la Moldavia, il navigatore impostato su strade secondarie ci fa perdere nel nulla, ma è la strada più bella. Attraversiamo per ore villaggi con i nidi delle cicogne sui pali, laghetti con i fenicotteri rosa, per arrivare finalmente al Danubio, c’è pure in uno slargo del fiume, sulle rive, un insediamento romano ben conservato. Alle spalle della città. E’ l’imbrunire, prendiamo il piccolo traghetto che porta dall’altra parte, in città , che s’illumina. Una suggestione che vale la giornata in moto.
E dunque adesso verso le montagne della Transilvania, strette, umide, attenzione a come guidano i mezzi pesanti i romeni, per arrivare a Sinaia. Un soggiorno da un rumeno – sassone che gestisce una casa vacanze davvero curata. La sera attenzione ai cani che girano liberi. Il Castello di Bran, dove Dracula viveva, seconda la leggenda, ci aspetta. L’host ci dice che è un posto turistico e che la parte più bella della Romania è quella a Nord verso la Bucovina ( ci andrò l’anno seguente).Il Castello è bellissimo, piccolo, tutto da visitare, sì turistico, ma davvero vale una sosta anche di una notte. I tempi stringono, le ferie si accorciano e dunque via da Dracula verso una lunga tappa di trasferimento verso Craiova – un albergo in zona universitaria davvero magnifico, fondato da inventore, scienziato di onde radio – dall’altra parte della Romania dove si entra in Serbia seguendo lo spettacolare corso del Danubio che ti porta al “ lago d’oro” piccola località sul fiume, deliziosa, si può fare anche il bagno, dove ci attende la nostra amica, la moglie dell’allenatore della nazionale serba di pallavolo nel suo hotel carino economico come tutta la Serbia, il luogo più conveniente dei Balcani. Il ritorno è mesto come tutti i ritorni per i mototuristi. Via di autostrada, dunque, fino a Fiume e poi qualche giorno di mare a Trieste con gli amici prima di rientrare in ufficio. La nota che posso aggiungere e suggerire è l’itinerario che comprenda anche la Bucovina a Nord al confine con L’Ucraina. E’ come l’Alto Adige, meraviglioso. L’ho scoperto, come dicevo, in un altro viaggetto l’anno scorso.
Dunque le conclusioni sono che la Romania vale assolutamente più di un viaggio: è variegata con zone geografiche e di abitanti completamente differenti. Non annoia. La rete funziona perfettamente. Le strade sono decenti, il paese è in sviluppo. Parlano italiano. I prezzi sono non eccessivi. Un piccolo avvertimento: è vero esistono varie aree Rom e qualche problema ci può essere. Quello dei sassetti che vengono lanciati contro la moto ( e le macchine) da bande di giovani zingari in località a ridosso delle città , in tratti isolati. L’intento è farvi fermare. Proseguite sempre. Un piccolo sassetto durante questo viaggio mi è arrivato, infatti, preciso come un missile all’altezza dell’occhio destro coperto però sempre dalla visiera parasole anche a casco aperto. Non c’erano macchine, e nessuno per strada. Ma i nostri amici romeni ben mi avevano avvertito di questa possibilità e dunque basta tirare dritto con un po’ di gas . Chissà quando questo Covid ci permetterà di continuare a vedere quello, ed è tanto, che non si è visto finora. Ripartendo, con questa esperienza di pandemia che abbiamo avuto, direi di acquistare assolutamente una polizza sanitaria, ecco. Sono stati quattromila chilometri interessanti, forse troppo veloci ma le ferie sono corte e i Balcani sono estesi e sono variegati più di quello che si pensi. Tutti da vedere e scoprire, ancora. Lamps.
Stefano G.